venerdì 16 settembre 2016

Ritorni alla realtà

Avevo circa 5 anni quando mia nonna mi portò con lei alle gabbie dei conigli, in Umbria.
Arrivammo al loro cospetto e mi chiese: "Quale ti piace?"
Io ne scelsi uno molto carino, un po' più piccolo degli altri, bianco e nero, aveva una faccetta vispa e interrogativa.
Già pensavo di portarlo con me a Roma come futuro compagno di giochi.

Mia nonna sollevò il coperchio della gabbia dall'odore nauseabondo, lo prese per le orecchie, gli fratturò le zampe posteriori fissandole in un cassetto del banco di lavoro di mio nonno, prese una chiave inglese pesantissima e arruginita e, con un colpo secco in testa, lo uccise.
Poi gli tagliò il ventre, ne tolse le interiora, gli sfilò la pelliccia come si fa con un calzino e lo lasciò penzolante per le zampe posteriori incastrate nel cassetto a scolare sangue sul pavimento.
In lacrime le chiesi: "Perché?"
Lei rispose in dialetto umbro: "Non volevi quello? Deciditi, mica posso ammazzarli tutti!"

mercoledì 7 settembre 2016

GIGGI & VIRGI


Nessuno vi chiedeva la bacchetta magica, ma voi avete detto di averla e di saperla usare.
Nessuno vi chiedeva l'apriscatole, ma voi volevate aprire la scatoletta.
Le promesse elettorali dei vecchi partiti sono una cosa deprecabile, le illusioni dei nuovi sono pericolose, sia per chi ci crede, sia per chi le propina.
Il problema è tutto qui.
La differenza tra fare politica (bene o male) e cercare un modo per farla, non avendone la più pallida idea.
Buona fortuna

lunedì 5 settembre 2016

Siamo tutti opinionisti?

Chi straparla di giornalismo senza ragion veduta (deontologia professionale) e senza cognizione di causa (dinamiche redazionali), lo fa con la stessa sicumera con la quale io potrei parlare di un intervento chirurgico.
Vedendo un preoccupante aumento di opinionisti "fuoriporta", mi chiedo: se portano l'automobile dal meccanico, queste persone, pretendono di insegnargli come aggiustarla?

Una cosa è pontificare senza titolo, altro è esprimere dubbi (legittimi) sull'operato e le sovrastrutture che lo determinano, ma bisogna conoscerle almeno un po'.

Altrimenti diventa un mondo di tuttologi, dove tutti parlano e nessuno sa, nessuno fa, nessuno sa fare, nessuno sa far fare, nessuno sa far saper fare.

Azzerare categorie non è mai una vittoria: dall'epurazione professionale a quella fisica, il passo è breve.
E non mi riferisco soltanto ai giornalisti (o ai geologi…).

sabato 3 settembre 2016

Noi siamo italiani


Ben vengano vignette come quella di Charlie Hebdo. 
Mi piacciono? Assolutamente no, neanche quelle che fanno ridere, ma questa è una questione di gusti, sia grafici ed estetici, che di contenuto.
E soprattutto, siete sicuri che satira e sarcasmo debbano far ridere?

Scrissi di Vauro e della sua vignetta che ritraeva il "burattino Grillo", appena morto Casaleggio.
Fiumi di indignati a 5 stelle, neanche avesse ritratto il cadavere sul letto di morte imbottito di banconote derivanti dalla pubblicità della Casaleggio&associati.

Leggo su internet che la manovra di Hebdo, sarebbe pubblicitaria: per vendere di più? O per attirare inserzionisti? 
Ecco, per parlare delle cose occorre conoscerle dall'interno, e tu, caro giovane giornalettista abusivo che invochi etica gratuita (?!?) da una testata web provinciale che non ha soldi neanche per far correggere i refusi, sappi che l'unico sistema per non avere pubblicità è ricevere contributi statali: vendite ed abbonamenti non bastano per sorreggere neanche un campione di tiratura completamente esaurita.

Pertanto gli indignati (sì, gli stessi che esponevano il tricolore francese, per una solidarietà tanto inutile quanto non richiesta dai "cuginetti d'oltralpe"), dovrebbero analizzare le situazioni, non lasciarsi trascinare dalle emozioni.
Gente che si pente di aver esposto solidarietà: era prevedibile, no?
Il patriottismo a corrente alternata ha sempre generato mostri.

Inoltre c'è condanna e indignazione per la prima vignetta, quasi comprensione per la seconda.
A me, invece, fanno l'effetto contrario. 
In primo luogo perché rispondere con una vignetta e non con un comunicato stampa della direzione, non è procedura corretta.
In secondo luogo perchè le antiche case crollate di Amatrice non le aveva certo costruite la mafia, semmai la mafia avrebbe poi agito tramite la burocrazia di Stato per impedirne la messa in sicurezza, ma il discorso si fa complesso e con una vignetta "riparatrice" si finisce per ingarbugliare tutto in maniera ancora peggiore.
Chi pensa, infatti, che la seconda sia una sorta di tentativo di scuse per i morti del terremoto, sta vedendo ancora una volta lucciole per lanterne.

Noi siamo ITALIANI, nel bene e nel male: siamo cattivi e invidiosi. 
Ma poi siamo romantici, troppo buoni, anzi troppo buonisti: nessuna medaglia al valore a chi dona due euro e nessuna medaglia al valore a chi salva una vita sotto le macerie.
Doveroso rispettare e onorare i morti, altrettanto doveroso è onorare i vivi che lo meritano. 
Per questo motivo, ben vengano vignette come quella di Charlie Hebdo… Per capire.