venerdì 15 aprile 2016

L'Onestà
di Fabrizio Borni

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Oggi ospito l'analisi cinica di Fabrizio Borni.
Egli si interroga brevemente sulla complementarietà delle categorie sociali, morali e politiche.
A voi le conclusioni...



Ho letto con attenzione il significato della parola "onesto" sul dizionario Treccani.
Poi d'istinto ho pensato ad una cosa che, forse, non c'entra nulla e cioè: come sarebbe bello un mondo senza guerre, corruzione, ladri e delinquenti soprattutto perchè non ci sarebbe bisogno di soldati, armi, burocrazia, avvocati e giudici, guardie carcerarie e forze dell'ordine, ma poi tutta questa gente che lavoro farebbe?
Si può davvero immaginare un mondo di persone oneste, così virtuose sempre e comunque?
Perchè l'onestà è una cosa seria, penso quasi non umana, o quantomeno non in modo assoluto; una virtù che anche i santi hanno in qualche modo tradito. San Pietro non fu certo onesto nel rinnegare Gesù.
L'uomo è debole e quindi approssimativamente un disonesto, perchè anche il più onesto può essere almeno una volta disonesto e allora è giusto che egli urli onestà?
Urlare sempre onestà non è più di gridare lealtà, o fraternità o umiltà, o educazione, o rispetto o amore e pace...
Tutti virtuosismi assoluti di cui però non si può certo pretenderne un ordine di importanza eppure per alcuni l'onestà prevale sulla lealtà o sulla equità o sull'altruismo.
Ad esempio: È meglio essere onesti o leali? Eppure nessuno grida in coro "lealtà". 
Un onesto dovrebbe essere sempre innocente a prescindere, è davvero così?

Questa idea assoluta di onestà tanto urlata non mi piace, sa di fanatismo, parola della quale riporto la definizione da dizionario:

FANATISMO
Per fanatismo si intende la devozione incondizionata a una qualsiasi idea o concezione. Il fanatico è una sorta di 'esaltato', completamente privo di dubbi e di spirito critico, intollerante verso le idee degli altri e pronto a usare qualsiasi mezzo affinché si affermino le proprie.

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