sabato 9 aprile 2016

Porta a Porta:
Riina intervistato da Vespa


Il polverone mediatico, più o meno funzionale a farsi pubblicità sollevato da Bruno Vespa intervistando il figlio di Totò Riina, nasconde una serie di insoluti che sfuggono alle masse vocianti.
Avremmo voluto scriverne, ma un caro amico ci ha anticipato in una serie di considerazioni che condividiamo in toto.
In merito, pertanto, lasciamo la parola a Fabrizio Borni, Presidente ANPOE, che ha spiegato con invidiabile lucidità il focus della questione, individuandone il vulnus percettivo:

"Non guardo mai Porta a Porta, ma i continui post di indignazione che ho visto su facebook, in relazione alla puntata in cui Vespa intervista il figlio di Riina, mi hanno incuriosito e ho visto l'intervista integrale su youtube.
Credo che Vespa abbia fatto centro facendo parlare di se e della puntata.
Fondamentalmente non credo che sia una vera e propria pubblicità alla vendita del libro che comunque comprarlo è poi una scelta individuale.
Nella mia ricca biblioteca c'è di tutto anche di scrittori o filosofi che non mi piacciono, ma ho letto i loro racconti e i loro pensieri e ne sono contento perchè mi hanno aiutato ancora di più a comprendere, informarmi, valutare.
Questo per dire che in un libro c'è sempre qualcosa di buono anche se scritto da un personaggio cattivo.
Tornando alla puntata ho trovato l'intervista interessante soprattutto quando il figlio del boss risponde a Vespa dopo che questi gli ha detto: "Il fatto che lei non dica che suo padre ha sbagliato... mi colpisce".
Ho trovato anche non poche similitudini fisiognomiche (se così si può dire) tra il piccolo Riina e Luciano Liggio la cui intervista di Enzo Biagi ho postato qui sotto.

L'intervista era nel contesto di una trasmissione RAI (di cui non ricordo il nome).
Biagi intervistò, come il boss corleonese Liggio, anche il capo della nuova camorra organizzata Raffaele Cutolo, stringendo la mano a lui e al figlio.
Interviste che consiglio di vedere.
Non ricordo se anche per quelle interviste andate in onda sul "servizio pubblico" ci fu ugualmente così tanta indignazione."

Che cosa aggiungere?
Sostanzialmente nulla, possiamo soltanto confermare che, per la massa informe, e non solo, il "problema" è l'intervistatore, non l'intervistato.
Due pesi e due misure? Probabilmente sì.

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